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Stevens, Cat.

Pseudonimo di Steven Demetri Georgiou. Musicista inglese. Figlio di padre greco-cipriota e madre svedese, crebbe nel centrale quartiere di Holborn a Londra. Giovanissimo, abbandonato l'iniziale desiderio di diventare pittore, si dedicò alla musica suonando nei locali del quartiere londinese di Soho. Nel 1966 ottenne il suo primo contratto discografico con la Decca, per la quale realizzò pezzi puramente commerciali sulla scia dei brani più famosi dei Beatles. Nel 1970, dopo un periodo di silenzio, ritornò sulla scena musicale, presentando una serie di successi che lo avrebbero accompagnato per tutti gli anni Settanta. Tra le sue canzoni, nelle quali si mescolavano mirabilmente armonie acustiche tipiche delle ballate e testi dalla sensibilità profonda e dalle atmosfere fiabesche, volte a un convinto pacifismo, ricordiamo: Lady d'Arbanville (in Mona Bone Jakon, 1970); Where do the children play, Wild world, Father and son (in Tea for the tillerman, 1971); Morning has broken, Moonshadow, Peace train (in Teaser and the firecat, 1971); Sitting, O caritas (in Catch bull at four, 1972); 100 I dream (in Foreigner, 1973); Oh very young, Home in the sky (in Buddha and the chocolate box, 1974); Land o'free love & goodbye (in Numbers, 1975); Life, Sweet Jamaica (in Izitso, 1977); Just another night, New York times (in Back to earth, 1978). Nel 2004 venne pubblicato il DVD Majikat, comprendente 22 canzoni registrate durante il tour mondiale effettuato nel 1976. Durante gli anni Ottanta S. abbracciò la fede islamica, della quale divenne rappresentante integralista; assunse il nome di Yusuf Islam e abbandonò in parte la musica, ritornandovi solo per rari momenti di propaganda religiosa. Come Yusuf Islam scrisse e interpretò: I have no cannons that roar (1998), composto per i cittadini di Bosnia; Three (1996); Prayers of the last prophet (1999); A is for Allah (2001); I look I see (2003); An other cup (2006) (n. Londra 1948).